Quali sono i campanelli d’allarme che identificano problemi di apprendimento nei bambini?

di A Chiare Lettere
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La Sindrome da Deficit di Attenzione e Iperattività, che in inglese si traduce in ADHD, Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder, è un disturbo mentale, che va influire sulla capacità di concentrazione.

 

Ecco alcune indicazioni per sapere come comportarsi con i bambini che soffrono di ADHD:

 

  • diagnosticare il disturbo;
  • stabilire una buona organizzazione tra le mura domestiche,
  • aiutare il bambino per migliore rendimento scolastico;
  • insegnargli a impiegarsi per i lavori di casa;
  • educare alla disciplina;
  • approcciarsi con il “Rinforzo Positivo”;
  • controllare il tipo di Alimentazione;
  • approcciarsi a cure farmacologiche.

 

La gestione di questi comportamenti risulta tutt’altro che semplice, ma si stanno studiando strategie e metodi che permettono di controllare questi sintomi.

 

Le buone abitudini sono un toccasana per questa sindrome e una volta diagnosticata è necessario iniziare a stabilire buone abitudini quotidiane, per esempio nell’organizzare in maniera ferrea oggetti e azioni.

 

Come si può diagnosticare l’ADHD nei bambini

 

I sintomi principali per identificare l’ADHD possono presentarsi fino ai 16 anni, in situazioni differenti tra loro e per un periodo continuativo di almeno sei mesi. Ogni analisi deve essere adeguata all’età del bambino. Ma vediamo quali possono essere i segnali:

 

  • prevalenza di disattenzione;
  • errori di distrazione;
  • scarsa attenzione ai dettagli;
  • non prestare attenzione quando interpellato;
  • non porta a termine i compiti scolastici, i lavori in casa e le commissioni varie;
  • non riesce a organizzarsi;
  • evita di prendersi in carico gli impegni;
  • non ricorda dove ha lasciato gli oggetti;
  • smarrisce spesso chiavi e oggetti vari.

 

Se si rilevano questi segnali abbinati all’iperattività-impulsività e hanno raggiunto un livello “destabilizzante”, allora si può considerare di avviare controlli medici più approfonditi. Ecco altri sintomi del comportamento che devono richiamare l’attenzione del genitore: irrequieto, instancabile, impulsive, non riesce a svolgere attività tranquillamente, parla troppo, non aspetta il suo turno, interrompe gli altri.

 

Se si riscontrano questi comportamenti è importante anche indagare tra amici, educatori e parenti, perché anche loro sono i principali protagonisti della vita quotidiana del bambino e in questo modo si ha un quadro più preciso dei sintomi della sindrome.

 

A questo punto è importante rivolgersi a un professionista che sia in grado di elaborare la diagnosi e possa valutare il livello di ADHD. Un bambino su cinque soffre di un disturbo comportamentale, che può essere l’ADHD, oppure il bipolarismo, e non si esclude la depressione, per questo è importante comprendere qual è il giusto comportamento da avere.

 

Rendere abitudinarie delle azioni quotidiane è sicuramente un aiuto ad affrontare tale disturbo. Istituire orari rigidi e abbinarli a una organizzazione schematica allevierà lo stress, che di conseguenza limiterebbe gli episodi di irrequietezza.

 

Il minore stress gli permetterà di conseguire migliori risultati e intraprendere impegni che richiedono maggiore attenzione, con conseguente aumento della propria autostima, utile a raggiungere i traguardi della vita.

 

Scrivere su una lavagna gli impegni della giornata aiuterà a svolgerli in maniera ordinata e organizzata per poi pian piano portare a termine tutto. Attribuire le piccole mansioni a ognuno dei membri della famiglia è un principio di collaborazione e disciplina che regola i comportamenti e a quel punto non ci saranno scuse per non svolgerle.

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