La balbuzie nei bambini è un problema diffuso, scopriamo come affrontarlo con i consigli del logopedista.
Quando un bambino comincia a balbettare, bisogna preoccuparsi? Cosa possono fare i genitori per aiutare il figlio?
Prima di tutto, cos’è la balbuzie?
La balbuzie si può definire come un disturbo multi-fattoriale. Può infatti essere determinata da fattori genetici, fisiologici, ambientali, cognitivi, emotivi e linguistici. Il problema può essere causato da tutti questi fattori o solo da alcuni di essi.
Si tratta comunque di variabili che giocano un ruolo fondamentale non solo nell’insorgenza, del disturbo, ma anche nel mantenimento. Per questo è più corretto parlare di “sindrome di balbuzie”
Esistono vari tipi di balbuzie?
La risposta è sì. Le differenti tipologie del disturbo comprendono:
• ripetizioni: di sillabe, di parti di parole o di parole monosillabiche;
• pause “tese” tra una parola e l’altra.
• fonemi prolungati.
In alcuni casi, i più gravi, si può manifestare anche la balbuzie motoria: movimenti di braccia e mani che servono alla persona balbuziente per produrre la parola.
Quali sono le cause della balbuzie?
Non è facile comprendere i fattori che innescano la comparsa e la persistenza di questo disturbo. Ma, come già detto sopra, ormai tutti sono concordi nel definirlo un disordine multi-fattoriale.
È sicuramente possibile avere una predisposizione genetica, infatti molti balbuzienti hanno degli altri casi in famiglia.
Ci sono poi anche altre variabili individuali: cognitive e ambientali (legate al contesto socioculturale, familiare e scolastico).
I consigli del logopedista
Il logopedista può dare ai genitori, ma anche agli insegnanti, le informazioni sulle situazioni comunicative che possono facilitare la comunicazione con il bambino. Eccone alcuni:
• Limitare la velocità dell’eloquio: se un genitore si rende conto di parlare velocemente, anche il figlio tenderà a parlare velocemente. Se c’è un problema di fluenza, la velocità è un possibile rischio. Quindi, prima di tutto i genitori devono rallentate nel parlare.
• Non finire mai le frasi al posto del bambino.
• La prima regola per aiutare il proprio figlio è controllare l’ansia che si manifesta anche con la comunicazione non verbale. Se un genitore non dice nulla, ma la sua mimica facciale è ansiogena, il bambino percepirà comunque lo stato d’animo.
• Concentratevi su quello che il bambino dice, non su come lo dice. Così facendo, sposterete la vostra attenzione e darete più valore alla sua comunicazione. Il bambino se ne accorgerà e acquisirà maggiore sicurezza.
• Non fate al bambino più domande di seguito. La pressione è un fattore che contribuisce ad alimentare la balbuzie.
Va poi considerata la stigmatizzazione sociale. I bambini con problemi di balbuzie devono essere supportati anche nella gestione delle prese in giro dei compagni. Capita spesso che i bambini balbuzienti cerchino di parlare pochissimo e di evitare di essere interrogati. Quindi, anche la loro socialità viene condizionata.
Il problema quindi non è solo il disturbo in sé e va affrontato in ogni suo aspetto avvalendosi del sostegno di un esperto.
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