Per bambini felici servono genitori felici

di A Chiare Lettere
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Forse ha ragione Paulo Coelho quando dice: “un bambino può insegnare sempre tre cose ad un adulto: a essere contento senza motivo.  A essere sempre occupato con qualche cosa.  A pretendere con ogni sua forza quello che desidera”.

Guardando i bambini si capisce che è così, basta poco per farli sorridere e ridere, è difficile che un bambino si annoi, purché non si cerchi di farlo stare zitto e buono.

Quali sono le regole da seguire per avere bambini felici? Sia chiaro, ho detto felici, non viziati!

Prima di tutto cercate di ascoltarlo e di osservarlo. Anche se siete stanchi, avete altro da fare, ascoltate cosa ha da dirvi, le storie che vi racconterà, anche se sono inventate. Guardatelo negli occhi quando ci parlate, non fate altro, dedicatevi a lui e fategli capire che è importante. Solo osservandolo bene capirete come si comporta.

Ricordatevi che non è un adulto, ma un bambino, lasciate che pianga senza ripetergli “fai il grande!”, non è grande! Se volete che vi aiuti a fare qualcosa, se volete insegnargli a fare qualche incombenza, coinvolgetelo con il gioco.

Per un bambino è importantissimo sentire che anche i genitori sono sereni e felici. Il loro esempio siete voi. La rabbia e le frustrazioni del lavoro devono rimanere fuori dalla porta di casa. I bambini si accorgono dei vostri malumori. Perciò ricavatevi degli spazi per ricaricarvi e fare le cose che vi piace fare, se siete appagati e sereni anche la vostra famiglia lo sarà. Fate di tutto per essere felici! Per questo è importante creare un ritmo quotidiano e piccoli riti che danno sicurezza: aiuteranno voi e loro nella scansione della giornata, dando la nozione del tempo ai piccoli di casa.

La regola più importante è: mantenere alta la sua fiducia in se stesso e nelle sue capacità. I paragoni con altri bambini più bravi demoralizzano, tendono a scoraggiarlo. Stessa cosa accade con il giudizio, se ha sbagliato qualcosa è perché gli mancava qualche informazione, perché non ha capito, abbiate pazienza non lo ha fatto apposta, forse era stanco o distratto. Quando fa bene, ditegli che è bravo, che ha fatto bene e non mancate mai di dirgli quanto lo amate!

“Con la vostra educazione e il vostro insegnamento non dovete disturbare la sua crescita. Potete educare e insegnare solo affiancando le necessità della crescita stessa”

(Rudolf Steiner)

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